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ASSEMBLEA PUBBLICA. Lotta contro la "Delibera REGIONALE 1890" e le misure previste dall'emendamento 374-bis.

Domenica 30 dicembre 
alle ore 10:30 
presso il presidio permanente 
dell'Albero di Termetrio

ASSEMBLEA PUBBLICA
del Comitato 
COSATE Valle d'Itria

Sono invitati 
tutti gli AGRICOLTORI, 
i CITTADINI, 
i COMITATI, 
le ASSOCIAZIONI, 
gli ENTI ISTITUZIONALI

Si discuterà di come proseguire la lotta contro la "Delibera REGIONALE 1890" e le misure previste dall'emendamento 374-bis alla legge di bilancio di Dario Stefano. 

A seguire, a partire dalle ore 13:00: PRANZO SOCIALE e Mercatino dei PRODOTTI LOCALI

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La teoria del batterio della xylella come unico responsabile del disseccamento degli ulivi nel Salento diviene sempre più smentita dai fatti.

Nonostante la Regione Puglia abbia dichiarato zona “infetta” l’intera Puglia meridionale fino a
Locorotondo e stabilito una nuova zona “cuscinetto” fino a Castellana Grotte, il disseccamento
rimane confinato alle zone colpite nel 2015.

Le audizioni della Commissione conoscitiva sulla xylella alla Camera dei deputati hanno mostrato che solo una esigua minoranza (tutta pugliese) all’interno del mondo accademico sostiene la teoria del “batterio killer”, mentre ricercatori ben più titolati sostengono che il fenomeno del disseccamento sia dovuto ad una serie di concause: 
- criticità ambientali ed eccessivo uso di diserbanti, 
- abbandono delle colture, 
- diversi tipi di agenti patogeni ed in particolare malattie fungine, 
- impoverimento organico ed eccessiva compattazione del terreno. 

Numerosi esempi di sperimentazioni di agricoltori e ricercatori hanno recuperato uliveti rendendoli nuovamente produttivi attraverso il ripristino della fertilità del suolo e la cura degli alberi.

In numerose zone del Salento ulivi colpiti da disseccamento sono tornati spontaneamente a
rivegetare e produrre.

L’ulivo dichiarato “infetto” dal servizio fitosanitario regionale più a Nord della Puglia, a Cisternino
(Br), secondo il campionamento del 2017, ad oggi non mostra alcun segno di disseccamento,
smentendo clamorosamente le previsioni degli “scienziati” di via Amendola.

Nonostante le evidenze dei fatti imporrebbero alla Regione Puglia un ripensamento complessivo
nella gestione del fenomeno, la giunta regionale ha approvato il 24 ottobre scorso la "Delibera 1890"
che rende ancora più fosca la vicenda.

* Nella delibera si consente infatti l’individuazione delle piante “infette” tramite i test di laboratorio
“Elisa”, considerati poco affidabili a detta degli stessi istituti di ricerca che hanno il monopolio delle
analisi, senza ulteriori prove.

Ovviamente continua a non essere data la possibilità ai proprietari
degli alberi di eseguire contro-analisi.

* La delibera stabilisce inoltre che:
- “in alternativa al punto precedente […] si può procedere ad
ordinanza di abbattimento delle piante con sintomi conclamati ed ascrivibili alla xylella, previa
ispezione visiva ufficiale della Sezione Osservatorio fitosanitario…”

e che

- “le operazioni di trattamento fitosanitario e di estirpazione delle piante infette ed ospiti, devono
essere effettuate direttamente dalla regione, senza ulteriore comunicazione […] al/i proprietario/i”

* La delibera afferma quindi il pieno arbitrio della Regione e viola diritti fondamentali della persona
tutelati dalla Costituzione, consentendo alle autorità di inquinare e danneggiare a piacimento la proprietà privata.

(Oltre agli espianti degli alberi la procedura prevede l'irrorazione di insetticidi nel terreno prima e dopo lo svellimento degli alberi). 

A questo si aggiunge l'emendamento presentato dal Senatore pugliese Dario
Stefano alla legge di bilancio. 

Tale emendamento deroga alla legge nazionale sulla tutela degli olivi monumentali, consentendo alle autorità regionali di abbattere ulivi secolari senza vincoli.

Consente inoltre gli innesti su piante secolari, pratica rischiosa per la salute della pianta. 

Zone come la piana
degli ulivi monumentali di Carovigno, Ostuni, Fasano correranno così il rischio di uno
stravolgimento irrimediabile.

Noi sosteniamo al contrario che i soldi pubblici debbano essere spesi per sostenere gli agricoltori
nella cura del patrimonio olivicolo, che costituisce non solo un bene privato ma anche un bene
pubblico, per le ricadute sul paesaggio e sull’intera economia del territorio:
- aumento dell'integrazione al reddito, 
- corsi di formazione per potatura retribuiti, 
- incentivi all'impianto di nuove colture, bonifiche dei suoli, ecc. 

I soldi pubblici non devono essere spesi per favorire le speculazioni delle cordate di burocrati e
nuovi latifondisti o nell’incentivazione di impianti di piante brevettate che producono olio di scarsa qualità.

COSATE 
(Comitato per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio della Valle d’Itria)

Info: 327 1943394 
Fb: Cosate valle d’itria 
Fondo cassa: PayPal.me/cosate